sabato 26 gennaio 2008

ngc2244 porzione




c8 eos300 d modificata
è una complessa combinazione di una debole nebulosa diffusa, chiamata "Nebulosa Rosetta" e un ammasso aperto di ca. 16 stelle. Dista 3.600 a.l. e ha un diametro di 55 a.l. Essa circonda un ammasso aperto di stelle giovani, alcune di "soli" 3 milioni di anni, nate dalla condensazione della parte centrale della nebulosa stessa, che infatti appare più rarefatta al centro, ciò che la fa appunto somigliare ad una rosa sbocciata. Il diametro è di 80'. L’ammasso ha al centro 12 Mon, una stella gigante gialla di 6° mag. E contiene materia sufficiente per formare 11.000 Soli. L’ammasso è visibile già con un binocolo. La formazione di nuovi astri è qui osservabile nei suoi vari stadi: dai globuli di Bok alle stelle neonate al centro della "rosa". Purtroppo l'osservazione di un oggetto così esteso e debole riesce difficile. Già un potente binocolo (80 mm) e a basso ingrandimento (11-15 diam.) consente di indovinare la forma della nebulosa. Un telescopio a basso "X" mostrerà meglio le stelle al centro, ma solo le foto a lunga posa fatte con strumenti potenti potranno evidenziare perfettamente la "rosa" centrale. I"globuli di Bok" sono la caratteristica più interessante di NGC2237. Hanno dimensioni di 2-3 primi d'arco. La loro composizione è quella classica delle nubi interstellari: per ogni 10.000 atomi di idrogeno abbiamo 1.200 atomi di elio, 3-4 atomi di ossigeno, 2 atomi di carbonio, ecc. Inoltre contengono un granello di polvere cosmica ogni 1.000 miliardi di atomi di gas, aventi ognuno un diametro pari a 0,0005 mm. I globuli di Bok hanno un diametro di circa 1 anno luce e la loro materia collassa verso il centro gravitazionale alla velocità di mezzo Km/sec., per cui in 1 milione di anni la temperatura centrale può salire dagli originari 5-15 gradi Kelvin sino a livelli tali da innescare reazioni termonucleari. Tali "globuli" sarebbero quindi lo stadio che immediatamente precede le protostelle. Ricerche recenti fatte da Herbst dell'Università di York e da Turner dell'Università di Toronto hanno comunicato che un globulo noto come "Lynds 810" sembra contenere una stella molto giovane e calda. Morto nel 1983 Bart Bok raccontava che a suggerirgli la parola " globuli" per quelle formazioni oscure furono dei grumi di burro galleggianti sulla panna del latte


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