lunedì 28 gennaio 2008

m81
















c8 eos300 d modificata








Il gruppo di M81 si trova circa 10° a nordovest di a Ursae Majoris. La stella riconoscibile più vicina é 24 Ursae Majoris (mag. 4.6), che si trova 2° ad ovest.
M81 è una delle galassie più osservate dagli astrofili, tra quelle dell'emisfero settentrionale; di grande interesse, e molto spettacolare, come si può vedere dall'immagine che presentiamo accanto, è l'interazione fisica che mostra avere con M82, la galassia irregolare sua vicina, altrettanto ben visibile anche in un telescopio di modesta apertura. Essa è inoltre la più luminosa, e probabilmente la dominante, nel gruppo di galassie che va sotto il nome di "gruppo di M 81" e di cui fa parte, insieme ai due ogetti Messier e a forse una decina di membri minori, anche NGC3077










sabato 26 gennaio 2008

m35

c8 eos300 d modificata
Info tratte dal sito:http://it.wikipedia.org/wiki/M35_(astronomia)
M35 è visibile già a occhio nudo in condizioni molto favorevoli, e si trova facilmente vicino alle 3 stelle del "piede" dei Gemelli.
Con piccoli strumenti è possibile risolvere le stelle più luminose rivelando uno spettacolo magnifico, un gruppo quasi circolare di stelle uniformemente distribuite.
I telescopi di bassa potenza e ampia visuale mostrano M35 al suo meglio, con telescopi più potenti è possibile vedere il suo compagno più fioco, NGC 2158

ngc2244 porzione




c8 eos300 d modificata
è una complessa combinazione di una debole nebulosa diffusa, chiamata "Nebulosa Rosetta" e un ammasso aperto di ca. 16 stelle. Dista 3.600 a.l. e ha un diametro di 55 a.l. Essa circonda un ammasso aperto di stelle giovani, alcune di "soli" 3 milioni di anni, nate dalla condensazione della parte centrale della nebulosa stessa, che infatti appare più rarefatta al centro, ciò che la fa appunto somigliare ad una rosa sbocciata. Il diametro è di 80'. L’ammasso ha al centro 12 Mon, una stella gigante gialla di 6° mag. E contiene materia sufficiente per formare 11.000 Soli. L’ammasso è visibile già con un binocolo. La formazione di nuovi astri è qui osservabile nei suoi vari stadi: dai globuli di Bok alle stelle neonate al centro della "rosa". Purtroppo l'osservazione di un oggetto così esteso e debole riesce difficile. Già un potente binocolo (80 mm) e a basso ingrandimento (11-15 diam.) consente di indovinare la forma della nebulosa. Un telescopio a basso "X" mostrerà meglio le stelle al centro, ma solo le foto a lunga posa fatte con strumenti potenti potranno evidenziare perfettamente la "rosa" centrale. I"globuli di Bok" sono la caratteristica più interessante di NGC2237. Hanno dimensioni di 2-3 primi d'arco. La loro composizione è quella classica delle nubi interstellari: per ogni 10.000 atomi di idrogeno abbiamo 1.200 atomi di elio, 3-4 atomi di ossigeno, 2 atomi di carbonio, ecc. Inoltre contengono un granello di polvere cosmica ogni 1.000 miliardi di atomi di gas, aventi ognuno un diametro pari a 0,0005 mm. I globuli di Bok hanno un diametro di circa 1 anno luce e la loro materia collassa verso il centro gravitazionale alla velocità di mezzo Km/sec., per cui in 1 milione di anni la temperatura centrale può salire dagli originari 5-15 gradi Kelvin sino a livelli tali da innescare reazioni termonucleari. Tali "globuli" sarebbero quindi lo stadio che immediatamente precede le protostelle. Ricerche recenti fatte da Herbst dell'Università di York e da Turner dell'Università di Toronto hanno comunicato che un globulo noto come "Lynds 810" sembra contenere una stella molto giovane e calda. Morto nel 1983 Bart Bok raccontava che a suggerirgli la parola " globuli" per quelle formazioni oscure furono dei grumi di burro galleggianti sulla panna del latte


venerdì 25 gennaio 2008

ic405 porzione


c8 eos300 d modificata
Le linee sinuose di gas e polveri hanno dato a questa nebulosa l'appellativo di "Flaming Star", stella fiammeggiante. I colori rosso e blu sono presenti ovunque in questa regione, creati da processi differenti. La stella AE Aurigae brilla di un'intensa luce blu ed è tanto calda che la sua intensa radiazione riesce a strappare dagli atomi di gas circostante gli elettroni più esterni. Quando un protone ricattura un elettrone vagante, capita che venga emessa luce di colore rosso. Le regioni blu invece devono il colore al miscelarsi della luce rossa del gas ionizzato con la luce blu emessa da AE Aurigae e riflessa dalle polveri circostanti. Nella terminologia astronomica, ci si riferisce a queste regioni chiamandole rispettivamente nebulose ad emissione e nebulose a riflessione. La Nebulosa "Flaming Star", ufficialmente nota come IC 405, dista circa 1500 anni luce e si estende per circa 5 anni luce. È visibile con un piccolo telescopio nella costellazione dell'Auriga